Gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.» |
Il Giorno della Memoria è il 27 gennaio.
Perché?
Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Questa giornata però serve per non cancellare quella pagina della storia, e per ricordare anche i nostri connazionali.
Infatti spesso si dimentica che in quei campi di concentramento ci furono anche nostri connazionali.
Il motivo?
L’8 settembre del 1943 il maresciallo Pietro Badoglio annuncia l’entrata in vigore dell’ armistizio di Cassibile, firmato con gli anglo-americani il 3 dello stesso mese.
«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza»
Conseguentemente ci fu la fuga dello stesso Badoglio e del re Vittorio Emanuele III, con il figlio Umberto.
Questo portò ad un periodo di smarrimento e confusione per le forze armate che si ritrovarono senza una guida, senza informazioni chiare e allo stesso tempo in guerra, a fianco dei nazisti, che da “alleati” diventarono improvvisamente “nemici”.
815 000 soldati italiani vennero catturati dall’esercito germanico e destinati a diversi lager con la qualifica di I.M.I. (Internati militari italiani) nelle settimane immediatamente successive.
Quando parliamo di Giornata della Memoria, ricordiamo anche questi avvenimenti.
Ricordiamo figure come quella del carabiniere Pietro Guidotto, catturato e deportato in diversi campi di concentramento, solo perché era italiano.
Costretto al freddo, alla fame, all’umiliazione.
Ricordiamo quelle figure che hanno sacrificato la loro vita per salvare quella di altri innocenti, come per esempio il carabiniere Salvo D’Acquisto.
Il Giorno della Memoria, non deve essere solo di una memoria, ma deve essere il ricordo di TUTTI e TUTTE le vittime dirette e indirette, e non solo di quelle che fanno “comodo”.