Storie della Buonanotte – Hansel e Gretel

La fiaba è ambientata in una foresta della Germania durante il XVII secolo, in un periodo di carestia. Hänsel e Gretel sono due bambini, figli di un povero taglialegna che si è risposato dopo essere rimasto vedovo. Visto che l’uomo non riesce più a sfamare la famiglia, la sua nuova moglie lo persuade a disfarsi dei bambini, quindi egli, con la scusa di farsi aiutare nel lavoro, li conduce nel bosco e li abbandona. I due però, avendo origliato la sera prima la conversazione dei genitori, si sono premuniti e hanno segnato il percorso con dei sassolini bianchi, e così, seguendo la scia, riescono a ritrovare la strada di casa. La matrigna però non demorde e ordina al taglialegna di portare Hänsel e Gretel ancora più in profondità nel bosco. Stavolta ai fratellini i sassolini non bastano e devono usare le briciole del pane che la matrigna ha dato loro per pranzo, che però vengono mangiate dagli uccelli; così, una volta che il padre li ha lasciati, i bambini si smarriscono. Vagando per la foresta, Hänsel e Gretel raggiungono una radura in cui sorge una piccola casa, che con meraviglia scoprono essere fatta interamente di dolci, in particolare di marzapane. Spinti dalla fame, i due ne staccano dei pezzi per mangiarne, finché non vengono sorpresi da una vecchietta, che fa capolino da una finestra. Molto affabile, questa li invita a entrare e i bambini accettano con gratitudine; la signora offre loro un’ottima cena e li fa coricare in morbidi letti. Al risveglio però la vecchia svela la sua vera natura: si tratta di una terribile strega, che, sfruttando come esca la sua casa di marzapane, cattura bambini per poi divorarli. La strega costringe Gretel a farle da sguattera e rinchiude Hänsel in una gabbia e lo mette all’ingrasso, intenzionata a mangiarlo per primo. Giorno per giorno, essendo piuttosto miope, la vecchia saggia l’indice del ragazzino per controllare se sia ingrassato, ma Hänsel riesce a ingannarla porgendole ogni volta un osso di pollo; la strega non si accorge dell’inganno e si convince che il bambino sia sempre troppo magro. A un certo punto la strega, spazientita, ordina a Gretel di preparare il forno per arrostire comunque Hänsel, mettendoci dentro la testa per vedere se è ben caldo; la ragazzina tuttavia finge di non capire e la vecchia, spazientita, infila la testa nel forno per mostrarle come deve fare, allora Gretel le dà una spinta e la chiude nel forno, lasciandola morire nel fuoco. I bambini si impadroniscono dell’oro che la strega nascondeva in casa e con esso fuggono. Arrivati a un lago lo attraversano con l’aiuto di un’anatra e giunti a riva seguono la strada che conduce alla loro casa. Nel frattempo la matrigna è morta. Il padre corre incontro a Hänsel e Gretel, che gli mostrano il tesoro della strega, grazie al quale Hänsel, Gretel e il taglialegna vivono felici per sempre, non soffrendo più la fame.

La fiaba dei fratelli Grimm ha certamente origine nel Medioevo, epoca in cui la scarsità di cibo e la diffusione della fame facevano dell’infanticidio, o almeno dalla sua minaccia, una pratica comune. Hänsel e Gretel non condannano il proprio genitore per il tentato abbandono; al contrario, semplicemente si “riscattano” portando loro in pegno grandi ricchezze con cui sfamarli. Questa pratica lasciò numerose impronte nell’immaginario collettivo: basti pensare alla ballata Babes in the wood, che narra la tragica avventura di un bambino e una bambina abbandonati nel bosco dai genitori. La trama di Hänsel e Gretel è in gran parte identica a quella di Pollicino di Perrault; l’episodio dei sassolini e delle briciole di pane, per esempio, è identico in entrambe le fiabe, sebbene in tal senso venga ricordata di più la fiaba di Perrault. Di Hänsel e Gretel è soprattutto nota l’immagine della “casa di marzapane”, che costituisce l’opposto della casa povera e affamata dei bambini, e la materializzazione quasi “eccessiva” dei loro desideri, ma si rivela al contempo una trappola per trasformarli in cibo; vi si potrebbe leggere qualche analogia con il posteriore Paese dei Balocchi di Carlo Collodi. L’incipit della fiaba ricalca temi contenuti nella fiaba “wikilink: Ninnillo_et_Nennella de Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, in particolare l’episodio dell’abbandono dei bambini nel bosco con il ritorno a casa mediante l’espediente delle tracce lasciate per la via. I fratelli Grimm ben conoscevano il testo, avendolo fatto tradurre in tedesco ed avendone curato la prefazione.

Come accennato sopra si parla di un argomento molto importante e molto praticato purtroppo nel periodo medievale. Infanticidio e abbandono dei propri figli.
Sembra cosi distante come pratica, ma se ci soffermiamo un pò, questa pratica la risentiamo a volte nei notiziari.
Bambini abbandonati, rapiti, venduti, come fossero oggetti o schiavi.

Per ascoltare la fiaba.


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