Storie della Buonanotte – Raperonzolo

Raperonzolo è una fiaba tradizionale napoletana inserita ne Lo cunto de li cunti (1634), di Giambattista Basile.Infatti la protagonista ,sebbene avesse il nome Petrosinella narra la storia alla quale si sono ispirati quasi 200 anni dopo i fratelli Grimm, nella raccolta Fiabe (Kinder- und Hausmärchen, 1812-1822) col titolo originale Rapunzel. In questa raccolta è la fiaba numero 12.

TRAMA.

Una coppia di sposi viveva accanto a un meraviglioso giardino protetto da alte mura, che apparteneva a una potente strega, conosciuta come “Dama Gothel”. Essi desideravano ardentemente un figlio e, quando la donna rimase finalmente incinta, fu presa da una gran voglia di mangiare alcuni raperonzoli che crescevano nel giardino della vecchia megera. Durante la notte il marito scavalcò le alte mura per procurargliene qualche mazzetto, ma alla seconda incursione nel giardino si ritrovò faccia a faccia con la temibile strega. Questa, nonostante le giustificazioni dell’uomo, decise di punirlo, consentendogli di tornare a casa con i raperonzoli sottratti a condizione che, una volta nato, il bambino tanto atteso fosse consegnato proprio a lei, che prometteva di trattarlo bene. Disperato, l’uomo alla fine acconsentì. Il tempo passò e nacque una bella bambina. La strega la prese con sé e le diede il nome di “Raperonzolo”, strappandola ai genitori. Quando la bimba compì 12 anni, la chiuse in un’alta torre senza porte e senza scale nel mezzo del bosco. Raperonzolo aveva lunghi capelli dorati che teneva legati in una treccia e quando la strega andava a trovarla le gridava: «Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli, che per salir mi servirò di quelli». E così, arrampicandosi sulla sua treccia, poteva entrare nella celletta attraverso l’unica finestra della torre. Un giorno il figlio di un Re, che per caso passava nei dintorni, sentì Raperonzolo cantare e fu rapito dalla sua incantevole voce. Non trovando alcun accesso alla torre, però, se ne andò sconsolato, ma si ripromise di tornare ogni giorno ad ascoltare quel canto meraviglioso, finché una volta vide la strega e scoprì il modo per salire dalla sua bella. Decise così quella notte di provare anche lui: recitò i versi che aveva sentito dalla vecchia e in un batter d’occhio si ritrovò nella torre con la bella fanciulla. Egli allora le dichiarò tutto il suo amore e le chiese di sposarlo. Raperonzolo, nonostante l’iniziale spavento, finì con l’accettare la proposta e, insieme al Principe, pianificò la fuga. Egli sarebbe tornato tutte le notti, poiché di giorno vi si recava la strega, e le avrebbe portato della seta, che lei avrebbe tessuto fino a darle la forma di una scala, con cui avrebbe potuto scendere dalla torre. Un giorno Raperonzolo parlò accidentalmente del Principe alla strega, che, accecata dall’ira, la punì tagliandole i capelli e abbandonandola nel deserto. Quando quella stessa notte il Principe si arrampicò sulla treccia dorata, si trovò di fronte la vecchia Dama Gothel, che gli disse che mai più avrebbe ritrovato la fanciulla. A questo punto, il Principe si gettò dalla torre in preda alla disperazione (in alcune versioni, la donna lo scaraventa dall’edificio): ebbe sì salva la vita, ma i rovi sottostanti lo accecarono permanentemente. Per anni errò nei boschi, finché un giorno giunse nel deserto, dove riconobbe la voce di Raperonzolo, che nel frattempo aveva partorito due gemelli, un maschio e una femmina (figli del principe). Ella, piangendo insieme a lui, fece cadere le proprie lacrime sui suoi occhi, rendendogli così la vista. Il Principe la portò così nel suo regno, dove vissero per sempre felici e contenti. Per quanto riguarda Dama Gothel, si racconta che non riuscì più a scendere dalla torre; in un’altra versione, fu talmente furiosa che il Principe avesse ritrovato la sua figlioccia, che si rinchiuse nella torre e non volle saperne di quel che accadeva al di fuori. Seguitemi e iscrivetevi al canale.

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C’era una volta una donna, che aspettava una bambina. Dalla finestrella della loro piccola casa, si vedeva il giardino di una maga, nel quale crescevano fiori e frutti di qualsiasi genere. La donna, ogni giorno si metteva alla finestra e guardava quel giardino. Un bel giorno le venne voglia di assaggiare i raperonzoli che vi crescevano. Cercò di contenersi, ma la sua voglia era incontenibile: suo marito, non appena se ne accorse, poiché le voleva un gran bene, si intrufolò di nascosto nel giardino della maga e portò via un bel mazzetto di raperonzoli.
Il giorno dopo, però, la voglia non era passata: anzi, era aumentata a dismisura. Il marito, di nuovo entrò nel giardino di soppiatto, ma non aveva ancora raccolto il primo raperonzolo che si trovò la maga dinnanzi. L’uomo si scusò, raccontò della voglia insaziabile di sua moglie e di come fosse saggio accontentare una donna quando aspetta un bambino.
“E sia” disse la maga “prendi tutti i raperonzoli che vuoi dal mio giardino, oggi e anche nei prossimi giorni; ma quando nascerà la vostra bambina, la prenderò io”. Quando la moglie partorì, comparve accanto a lei la maga che prese la bambina, decise di chiamarla Raperonzolo e la portò via.

Raperonzolo divenne presto la bambina più bella del mondo e la maga, temendo che qualcuno potesse portarla via, la rinchiuse in una torre alta e senza scale né porte: c’era solo una finestrella sulla cima. Quando la maga voleva entrare, diceva:
“Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.”
E la bambina scioglieva la sua lunghissima treccia e la strega si arrampicava su di quella. Un giorno, passò di lì un principe, che si innamorò della ragazza a prima vista; tuttavia, non c’era alcun modo di raggiungere Raperonzolo in cima alla torre. E così, il principe ogni mattina si recava nel bosco a trovare Raperonzolo; un giorno, vide la maga che si recava ai piedi della torre e diceva:
“Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.”
Così, anche il principe imparò quella formula magica e la sperimentò: si mise sotto la finestra e con la sua bella voce disse:
“Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.”
La ragazza sciolse i capelli e il principe si arrampicò fino alla cima; quando Raperonzolo si accorse che non si trattava della maga, ma di un principe, all’inizio si spavento; il giovane però era simpatico e i due si innamorarono quasi subito. Il giovane andava ogni giorno a trovare la ragazza alla torre e insieme vivevano felici.

Un giorno, però, la maga si accorse dell’intruso: infatti, si era appena arrampicata sui capelli di Raperonzolo che la fanciulla le disse: “Mamma mia, come siete pesante. Il principe, è tanto più leggero di voi!”
La maga andò su tutte le furie: taglio i capelli a Raperonzolo, poi la portò nel mezzo di un deserto dove la ragazza si trovò a vivere in miseria. Dopo aver sistemato la ragazza, la maga legò i capelli della ragazza ad una trave e non appena il principe arrivò alla torre lasciò cadere a terra i capelli.
Immaginate la sorpresa del principe quando, invece della sua amata Raperonzolo, si trovò davanti una maga! “Raperonzolo non c’è più; per colpa tua, adesso vive in miseria”.
Il principe, sentendo quelle parole, si disperò a tal punto che si buttò giù dalla torre e diventò cieco. Così, prese a girovagare per il mondo senza sapere dove stava andando.
Un bel giorno, infine, arrivò nel deserto e trovò una ragazza con due bambini; riconobbe la sua voce: era Raperonzolo! Il principe le saltò al collo ed entrambi cominciarono a piangere di gioia: le lacrime di Raperonzolo, bagnando gli occhi del principe, gli fecero tornare la vista: e i due vissero felici e contenti.


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